l’isolamento sociale degli adolescenti malati di tumore.
Vivere lāisolamento sociale (anche nellāera della pandemia da coronavirus): gli insegnamenti degli adolescenti con tumore del Progetto GiovaniĀ Ā
Gli adolescenti del Progetto Giovani dellāIstituto Nazionale dei Tumori di Milano hanno provato in tempi non sospetti a raccontare il loro isolamento sociale legato alla malattia e alle cure attraverso un percorso artistico. In un periodo storico drammatico legato alla pandemia COVID-19, dove molte persone nel mondo sono costrette allāisolamento sociale per il lockdown, il loro racconto e i loro consigli risultano di grande attualitĆ e utilitĆ .
Chi lavora con gli adolescenti malati sa bene che lāisolamento sociale ĆØ una situazione che i loro pazienti si trovano a vivere con regolaritĆ . La malattia oncologica, soprattutto in questa particolare fascia di etĆ caratterizzata dai più vivi bisogni dāinterazione sociale, può creare condizioni di isolamento in molti modi. āLāisolamento in camera sterile quando un ragazzo ha unāimportante riduzione delle difese immunitarie a seguito della chemioterapia ad alte dosi o al trapianto di midollo ĆØ solo la situazione più evidente ā racconta il dottor Andrea Ferrari, responsabile del Progetto Giovani ā ma anche la semplice degenza in reparto ĆØ di per sĆ© un isolamento dai propri amici e dai propri compagni di scuola, cosƬ come lāessere costretti lontano da casa per molte settimane, come per esempio per il lungo periodo della radioterapia quando la struttura di cura ĆØ lontana dal domicilio. Ma spesso succede che gli adolescenti malati si trovano a vivere unāesperienza dāisolamento per il solo fatto di essere malati, indipendentemente dal ricovero: spesso una barriera invisibile sāinnalza tra i pazienti (pelati e in attesa del prossimo ciclo di chemioterapia) e i compagni di classe (che sono invece in attesa dellāinterrogazione a scuola, di un bacio dalla ragazza dei sogni, o di un week-end al mare con gli amici). Rimanere tagliati fuori ĆØ la grande paura degli adolescenti con cancro: lāessere trattati come diversiā.
Il Progetto Giovani dellāIstituto Nazionale dei Tumori di Milano, supportato dallāAssociazione Bianca Garavaglia Onlus, ĆØ dedicato agli adolescenti e ai giovani adulti in cura presso la SC Pediatria Oncologica: ha aspetti prettamente medici (come lāaccesso ai protocolli di cura) ma anche e soprattutto una visione particolare di attenzione al senso della vita dei ragazzi, con spazi dedicati e progetti speciali che offrono ai pazienti strumenti nuovi di espressione attraverso lāarte e la creativitĆ .
Il progetto Condominy ĆØ un laboratorio multidisciplinare che, attraverso lāarte e lāarchitettura, racconta lāisolamento dei ragazzi in cura attraverso le loro parole e la loro immaginazione. Il progetto nasce da unāidea dellāartista Cristina Pancini in dialogo con Paola Gaggiotti, che lo ha curato: āSiamo partiti dallāosservazione di quei ragazzi che non potendo partecipare attivamente agli incontri del mercoledƬ del Progetto Giovani (perchĆ© immunodepressi o perchĆ© lontani) provavano a connettersi con gli altri attraverso i social, un bigliettino o un messaggio ā racconta lāartista Paola Gaggiotti ā abbiamo iniziato a intraprendere piccoli percorsi creativi personalizzati ed ĆØ attraverso Condominy che si ĆØ pensato di strutturare questi tentativi in un unico progettoā.
Da maggio 2018 fino a ottobre 2019, 17 pazienti dai 16 ai 24 anni hanno partecipato al progetto: di questi, 12 hanno vissuto questo periodo in isolamento per le terapie, 5, invece, erano ragazzi fuori terapia che hanno partecipato ricordando il periodo di isolamento vissuto mesi prima. āAttraverso bislacche āassemblee condominialiā ā racconta Cristina Pancini ā li abbiamo guidati a confrontarsi in uno spazio virtuale comune, una pagina chiusa di Facebook: i ragazzi hanno descritto ciascuno la propria stanza ideale, un poā reale e un poā di fantasia, con testi, immagini, disegni e musiche. Le diverse stanze sono diventate questo condominio speciale, uno spazio comunicante che unisce idealmente i ragazzi nelle loro camere, case e cittĆ diverseā.Ā Con lāaiuto dello studio di architettura casatibuonsante, la descrizione di ogni stanza ĆØ stata rappresentata in un modello realizzato in carta colorata. Le tracce di tutto il percorso, i testi dei ragazzi, le fotografie dei modellini, la playlist condominiale sono diventati un libro edito da Boite Editions.
Cosa raccontano i ragazzi del loro isolamento? Nelle descrizioni delle stanze, alcuni dei temi ricorrenti sono il riferimento alle passioni della loro vita (le moto, i viaggi, lo sport), le risorse per far passare il tempo in modo creativo (libri, video, musica, hobby, tecnologia, cucina), ma emergono anche il susseguirsi di emozioni e stati dāanimo differenti che lāisolamento può portare, il bisogno di evadere e il bisogno di protezione, la rabbia e la paura.
āpensavo a una stanza che prende una forma diversa ogni volta che entri; come se la stanza non fosse qualcosa di creato da noi ma fossimo noi stessiā (Nicodemo)
āla mia stanza non ĆØ grande ma vista dai miei occhi ĆØ senza confiniā (Jari)
āla mia stanza si trova al 12° piano del Condominy e si affaccia ogni volta su un luogo diverso, dipende dal mio umore e da quello di cuiāØho bisogno in quel momentoā (Martina)
Oltre alla descrizione delle diverse stanze, il libro contiene un capitolo intitolato āChiacchierate sulle scaleā, che si riferisce esplicitamente ai consigli per chi vive un isolamento.
Scrive Martina: āQuando si ĆØ in isolamento bisogna inventarsi qualcosa da fare per non sprofondare nella noia: ascoltare musica, guardare serie tv, leggere, disegnare. Io suggerisco anche di tenere un diario dei propri pensieri, scrivere canzoni, aprire un blog e creare una pagina Instagram dove postare le proprie passioniā.
Matteo Davide confida: āĆ importante imparare a stare solo con te stesso. Scoprirai cose su di te che non sapevi ancora e, se riesci a stare bene con te stesso, ti godi meglio la vita. Questo mi ha insegnato lāisolamentoā. Mary parla esplicitamente del āsenso di solitudine che si prova anche quando non si ĆØ in isolamento nella stanza sterile; sentirsi soli senza amore, pur essendo circondati da gente che vuole darti affetto; sentirsi soli senza amici, perchĆ© ci si relaziona con persone con cui non si condivide moltoā. Prosegue: āPer stare bene con se stessi, occorre accogliere il senso di solitudine e ricominciare a coltivare desideri e passioni abbandonati perchĆ© dipendevano dalla presenza di qualcun altro. Vivere la solitudine a volte ĆØ positivo. La stima di sĆ© ĆØ un sentimento che si costruisce nel tempo, coltivando lāamore per se stessi: sapersi prendere cura di sĆ© regala energia e serenitĆ ā.
āI nostri ragazzi ā spiega la dottoressa Maura Massimino, direttore della SC Pediatria Oncologica INT ā ci raccontano di questo tempo sospeso, in cui la vita ĆØ chiusa fuori, ci raccontano che ci vuole grande determinazione e fantasia per non sentirsi prigionieri. Ci dicono che le mura di una camera sterile possono impedire a batteri e virus di entrare, ma non possono impedire alle emozioni di accedere e di colorarne le pareti. Le mura che costruiamo noi chiudendoci in noi stessi, invece, possono tenere lontane la tristezza, ma anche tenere fuori la grinta necessaria e la gioia di vivere. Questo condominio virtuale aiuta a superare le barriere della solitudine, tiene insieme le stanze (e le vite) dei ragazzi: rappresenta il Progetto Giovani, dove i pazienti trovano condivisone, possibilitĆ di esprimersi, supporto.
Chiude Stefano Manfredi, direttore generale INT: āMi avevano detto di un progetto che parlava dellāisolamento, ma ho trovato un racconto che parla del potere dello āstare insiemeā. Questo ĆØ forse il suggerimento finale dei nostri ragazzi: non esiste un giusto modo per vivere un isolamento, purchĆ© non si scelga di restare soliā.
Condominy ĆØ visibile sulla pagina Instagram @condominy
Scarica il volume qui
#ilprogettogiovaniĀ #YOUthĀ #adolescentiĀ #ayaĀ #isolamentoĀ #pediatriaoncologiaĀ #cancroĀ #settimopianoĀ #istitutonazionaledeitumoriĀ #associazionebiancagaravagliaonlusĀ #abgĀ #altamaneitalia
CONDOMINY
Il libro Condominy ĆØ un progetto dei ragazzi del Progetto Giovani, Pediatria Oncologica, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
Da unāidea di Cristina Pancini
in dialogo con Paola Gaggiotti
in collaborazione con casatibuonsante architects
Coordinamento artistico: Paola Gaggiotti
Testi: Andrea Ferrari, Maura Massimino, Elena Pagani Bagliacca, Laura Veneroni, Cristina Pancini, Antonio Buonsante, Federico Casati, Paola Gaggiotti
Alessandro, Andrea, Anna, Davide, Elena, Giacomo, Giovi, Jari, Martina Ch., Martina Ci., Mary, Matteo Davide, Mirko, Nicodemo, Rebecca, Silvia, Viola, Yumi
Coordinamento editoriale: Studio BoƮte
Modelli in carta: Matteo Candiani
Fotografie: Louis De Belle Realizzazione grafica: Roberta Cesani
Editore: BoƮte Editions, Lissone (MB)
Tiipografia: LitogƬ, Milano
Un particolare ringraziamento allāAssociazione Bianca Garavaglia Onlus, Fondazione Alta Mane Italia e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del lavoro.