Sponsor internazionale: IGR, Parigi (Chair: D. Valteau-Couanet)
Sponsor nazionale: Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori,
PI: Dr. Roberto Luksch
N° pazienti in Italia: 35, da arruolare in 5 anni con 7 Centri che arruoleranno in Italia
Cosa è il neuroblastoma e come si cura
Il neuroblastoma è una forma tumorale tipica dell’infanzia ed è la terza come frequenza dopo le leucemie e i tumori del sistema nervoso centrale.
Ogni anno si ammalano di neuroblastoma in Italia circa 100 bambini. Si tratta di una neoplasia che origina dal surrene o dalle altre strutture del sistema parasimpatico vicino alla colonna vertebrale. Più frequentemente la sede di partenza è la ghiandola surrenale, ma il tumore può originare anche da altre zone paravertebrali sia dell’addome sia del torace. I sintomi più frequenti sono febbre, dolori nella sede di insorgenza, anemia, inappetenza, e nelle forme più aggressive ecchimosi intorno agli occhi; talvolta però, nelle forme meno gravi, la neoplasia viene scoperta in maniera è del tutto occasionale, durante una visita pediatrica.
La diagnosi di neuroblastoma deve essere effettuata in un Centro specializzato, con una serie di esami strumentali accurati, mirati a stabilire il grado di estensione (=stadio) della malattia e la sua biologia attraverso una analisi genica delle cellule tumorali.
La eccessiva presenza di fattori molecolari “cattivi” nel tumore (tra cui la sovraespressione di un gene che rende la cellula altamente maligna, l’oncogène N-MYC), conferiscono alla neoplasia una maggiore aggressività biologica e condizionano una evoluzione più sfavorevole rispetto agli altri. Questi 2 parametri (stadio e biologia del tumore) sono fondamentali per stabilire quale è la prognosi del bambino, e quale è la strategia terapeutica utilizzare. Oltre allo stadio e alla aggressività biologica del tumore, il terzo parametro che viene tenuto in conto per decidere le cure è l’età alla diagnosi: sappiamo infatti che i bambini di età inferiore all’anno hanno in genere una prognosi più favorevole. Proprio per questo motivo, le cure nei bambini più piccoli sono meno intense.
Purtroppo, nella metà dei casi la neoplasia, indipendentemente dalle dimensioni raggiunte e dalla sede di partenza, è disseminata con metastasi a distanza; in ordine di frequenza le sedi più colpite sono midollo osseo e le ossa, e poi più raramente linfonodi a distanza, fegato, polmoni. In questi casi, è necessario un trattamento molto aggressivo con l’utilizzo combinato di chemioterapia, radioterapia, chirurgia, seguite da una chemioterapia intensissima eradicante delle cellule tumorali residue che si chiama terapia mieloablativa. Questo richiede preventivamente il prelievo di una quota di cellule staminali emopoietiche, in grado di rigenerare le cellule del sangue.
Dopo la terapia mieloablativa, queste cellule vengono reinfuse per ripristinare la normale produzione di cellule del sangue; la procedura si chiama autotrapianto di cellule staminali emopoietiche. A questo trattamento segue una fase di cura a base di derivati della vitamina A ed immunoterapia con un anticorpo specificamente orientato contro le cellule tumorali residue. Nonostante la intensità delle cure, le possibilità di guarigione per i pazienti con malattia metastatica sono ancora basse; questo spiega perchè il neuroblastoma rimane la prima causa di morte per malattia in età prescolare. In particolare, vi è una parte dei pazienti affetti da neuroblastoma metastatico che non rispondono in maniera adeguata alla chemioterapia di I linea, cioè al trattamento, molto intenso, che viene applicato nella prima fase del trattamento, e per questo motivo vengono classificati come “ad altissimo rischio”. Per questi pazienti a tutt’oggi la prognosi è severa, con probabilità di sopravvivere alla malattia solo per pochi mesi per la maggior parte di essi.
Lo Studio VERITAS è stato disegnato con l’obiettivo di cercare di migliorare la prognosi per questi bambini con malattia ad altissimo rischio. Lo studio “VERITAS” Presso il nostro Istituto, dove sono presenti specialisti e tutti i mezzi tecnologici necessari per affrontare le complesse terapie, vengono applicati i Protocolli di cura della Società Internazionale di Oncologia Pediatrica (SIOP) – Europa. Si tratta di un programma terapeutico che prevederà in una sua fase lo studio della efficacia di un innovativo sistema di impiego di radioterapia metabolica confrontato con un classico trattamento con chemioterapia mieloablativa.
La radioterapia metabolica è basata sull’utilizzo di traccianti radioattivi capaci di legarsi selettivamente e distruggere le cellule tumorali. Il tracciante radioattivo verrà sommministrato insieme a un farmaco ad azione radiosesibilizzante (che aumenta quindi la attività del tracciante radioattivo all’interno delle cellule colpite) e la dose di tracciante radioattivo da somministrare verrà personalizzata sulla base di misurazioni di assorbimento del radiofarmaco all’interno del corpo, in modo da massimizzare la dose da somministrare. Proprio per la sua intensità, dopo la terapia è previsto l’autotrapianto di cellule staminali emopoietiche per supportare la attività di normale produzione di cellule del sangue. Il protocollo verrà applicato in Centri selezionati in Europa per la loro esperienza nella cura del neuroblastoma, tra cui 7 Centri di Oncoematologia Pediatrica italiani.
Il Centro di coordinamento nazionale del protocollo per l’Italia avrà come sede la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Lo studio avrà una durata di arruolamento di 5 anni.
Quali sono strumenti necessitano di supporto economico
Per sviluppo del protocollo, oltre a quanto già presente nel Centrodi coordinamento nazionale, vi sono costi da sostenere che riguardano la infrastruttura organizzativa e le attività necessarie per il coordinamento del protocollo, realizzate da una Clinical Trial Unit. La Clinical Trial Unit è una organizzazione con personale qualificato e competenze professionali specifiche certificate. Le attività di Clinical Trial Unit si possono così sintetizzare:
1.1 Attività relative alla apertura di ogni singolo Centro (“site visits”), in cui personale qualificato della Trial Unit si reca in ogni singolo Centro e certifica che il singolo Centro ha le caratteristiche adatte per la esecuzione dello studio. Infatti, la organizzazione dei Centri che partecipano allo studio una volta identificati dalloSponsor devono a loro volta avere le caratteristiche strutturali adatte e personale dedicato.
1.2 Controlli periodici nei Centri, dove si controlla e verifica la validità di conduzione dello studio; negli anni in cui lo studio viene condotto viene distribuita in periodi codificati la Development Safety Update Report (DSUR) che riporta nel dettaglio tutti gli eventi avversi registrati dai singoli Centri, e vengono segnalati a tutti i Centri eventuali eventi severi avversi inattesi (SUSAR)
1.3 Produzione, sottomissione alle autorità competenti, distribuzione ai Centri partecipanti e sorveglianza della applicazione di Emendamenti sostanziali ed Emendamenti non sostanziali dello studio 1.4 Produzione e distribuzione dei documenti di chiusura dello studio che viene notificata a tutti i Comitati Etici e Scientifici dei Centri partecipanti allo studio.
Questo progetto é sostenuto grazie anche al contributo dell’Associazione Michi Raggio di Sole